Perché leggere è così importante per uno scrittore

Perché leggere è così importante per uno scrittore

Nei corsi di scrittura, nella manualistica, nelle discussioni online e dal vivo: la frase ”per chi vuole scrivere è fondamentale leggere”, e annesse varianti, è tra le più frequenti.

Potrebbe apparire scontato, ma nella mia (limitata) esperienza e nelle conversazioni avute con persone che si dilettano con la scrittura, o aspirano a pubblicare, o hanno già iniziato a farlo, non ho sempre trovato la nitida consapevolezza dei motivi per cui leggere è fondamentale.

Talvolta mi è capitato di incontrare posizioni come: leggere influenza troppo la mia scrittura. O altre forme di resistenza rispetto all’atto del leggere da parte di uno scrittore, o di chi spera di diventarlo.

Dopo i motivi per scrivere ogni giorno, ho quindi pensato di cercare di stilare una lista di motivi per cui leggere è così importante per chiunque si approcci al mondo della scrittura. 

Leggere è importante per tutti

Per iniziare una trattazione del perché leggere sia importante per uno scrittore, occorre una premessa: dal mio punto di vista, leggere è importante per tutti.

A prescindere dal proprio fine, leggere è un’attività ricca di significati, in grado di metterci in connessione con noi stessi, di farci comprendere punti di vista diversi dal nostro, di imparare cose nuove e che in nessun altro modo potremmo scoprire, a meno di entrarci direttamente in contatto.

Chiaramente, quando parliamo di lettura, in questo caso la intendiamo in una misura più ampia, non necessariamente riferita ai libri di narrativa. Rientrano quindi nella casistica saggi, articoli di giornali, blog e qualsiasi tipo di contenuto testuale capace di veicolare informazioni in grado di arricchirci sotto un qualsiasi punto di vista.

Sgombrato il campo dal possibile dubbio se leggere sia importante solo per uno scrittore, passiamo a quali sono gli aspetti della lettura che, a mio modesto avviso, sono i più importanti per chi intenda scrivere.

Leggere insegna a capire il mondo e la diversità

Se leggere è immedesimarsi, allora ci fornisce una possibilità unica: sperimentare punti di vista ed esperienze differenti, che sarebbe complicato o impossibile conoscere in altri modi.

Ciò ci abitua ad accettare e ad abbracciare la diversità, ciò che è distante dal nostro mondo, dal nostro modo di essere, di pensare e di agire.

Non è necessario che condividiamo ciò che leggiamo e conosciamo. Il solo atto di considerarlo, la curiosità di imparare e di scoprire è già indicatore di apertura mentale.

In un testo di narrativa, è probabile che ci troviamo a dover trattare situazioni e personaggi coi quali non abbiamo una vera e propria dimestichezza o esperienza sensoriale diretta.

Leggere, dunque, ci fornisce elementi sui quali costruire mondi, situazioni e dinamiche che altrimenti ci sarebbero precluse, o che potremmo ricreare in maniera superficiale e poco autentica.

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Leggere fa capire cosa funziona e cosa non funziona

Da un punto di vista squisitamente tecnico, uno scrittore può ricavare dalla lettura la consapevolezza su cosa funziona e cosa no.

Come lettori, siamo in grado di capire quando un testo è di nostro interesse, quando è in grado di farci riflettere e quando sa intrattenerci.

Ciascuno di noi sa cosa apprezza da lettore e cosa invece tende a non digerire.

Ed è proprio da questi elementi che possiamo partire. Nei nostri testi, dovremmo provare a inserire le cose che, quando leggiamo, ci colpiscono e ci piacciono, ed evitare invece ciò che non apprezziamo.

Non è così semplice, naturalmente. Se lo fosse, saremmo tutti ottimi scrittori. Tuttavia, è nostro compito, nonché nostro interesse, provare a mettere in atto questo tipo di attenzioni. 

Leggere crea un gusto da lettore, che poi diventerà il nostro gusto da scrittori

Questo punto è connesso al precedente. Più libri leggiamo, più affineremo il nostro gusto.

Diventerà più chiaro ciò che apprezziamo, ciò che ricerchiamo nei libri e nelle storie.

Il gusto da lettori, plasmato attraverso una molteplicità di libri letti, apprezzati, detestati e tutto ciò che sta nel mezzo, diventerà poi gusto da scrittori.

Tenderemo a ricreare le strutture e gli stili che abbiamo sentito più prossimo a noi.

Proveremo a raccontare le storie col ritmo che ci è più congeniale, con le ambientazioni e le atmosfere che più ci hanno rapito.

Più cose leggiamo e impariamo a conoscere, più diventerà probabile individuare la nostra strada maestra. 

Leggere regala spunti nuovi e contamina il nostro modo di pensare

Un altro fattore in grado di fare la differenza è la pressoché infinità mole di stimoli e spunti che fornisce la lettura.

La combinazione di queste suggestioni ha effetti prodigiosi sulla creatività e sulla flessibilità del nostro modo di ragionare.

Accostamenti che ci sembravano improbabili, o ai quali non avevamo mai pensato, diventano possibili.

Scenari, situazioni, rituali e comportamenti che ignoravamo possono entrare a far parte del nostro sentire e del nostro raccontare.

Viene contaminato il nostro modo di pensare.

Come diceva Umberto Eco:

Chi non legge, a settanta anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.

Pin citazione Umberto Eco

Leggere fa sì che ci si nutra di bellezza, e diventa quasi fisiologico provare a ricrearla

Infine, il punto forse più scontato. Leggere è innanzitutto una passione, un percorso di ricerca continua.

Ci si nutre di bellezza, in qualsiasi accezione. Non importa che si leggano storie efferate, romanzi storici o sentimentali.

Siamo tutti alla ricerca di qualcosa in grado di far risuonare dentro di noi delle emozioni, rosa, nere o di qualsiasi altro colore.

È proprio dalla passione che, spesso, deriva la voglia di ricreare tutta la bellezza di cui ci si è nutriti e di cui ci si nutre quotidianamente come lettori.

Quindi, leggere fa sì che il sottile incanto non si perda mai, ma rimanga sempre ben vivo a ricordarci perché ci ostiniamo a dedicarci a un’attività così impegnativa e, nella maggior parte dei casi, poco redditizia.

Ecco qual è uno dei possibili motivi: creare bellezza e comunicarla al mondo. 

Conclusioni

Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali chi intende scrivere, o chi lo fa già, dovrebbe leggere tanto, praticamente in ogni ritaglio disponibile.

Probabilmente ne esistono decine di altri, anche migliori. Per esempio, uno scrittore legge anche per rubare idee e trovate. O ancora, legge per documentarsi su ciò che intende scrivere.

I motivi sono molteplici, ma sono connessi a una fiamma centrale che va mantenuta sempre viva: la passione.