Le descrizioni in narrativa

Le descrizioni in narrativa

Come per buona parte degli elementi costitutivi di una storia, le descrizioni in narrativa rappresentano un elemento da tenere in debita considerazione.

Ricoprono un ruolo fondamentale, quello di far sentire il lettore parte integrante di un contesto.

Nessuna narrazione si svolge in un luogo indefinito o nel vuoto. Nessun personaggio è disincarnato.

C’è quindi sempre bisogno di disegnare l’ambientazione in cui si sta svolgendo un dato evento, di esplicitare dove si sta muovendo un personaggio.

Tuttavia, è facile cadere nel tranello di diventare pedanti, o di essere troppo vaghi e generici, o ancora di risultare banali; o, altrettanto grave, di spezzare il ritmo.

Le descrizioni non sono un elemento accessorio

Quando si inizia a sviluppare una storia, con buona probabilità si parte da una visione.

La visione è fatta di elementi concreti, di personaggi con determinate caratteristiche fisiche, di luoghi che sono fatti in una certa maniera e non in una delle possibili altre. La casa del protagonista avrà una certa grandezza, la scena saliente della storia si svolgerà in quel preciso luogo e vedrà coinvolti certi personaggi che saranno vestiti nel modo consono alla loro natura, al periodo dell’anno in cui si svolge la vicenda, all’epoca storica.

Tutti questi elementi concorrono alla caratterizzazione dei personaggi, alla specificità della storia, alla precisione con cui essa è narrata.

Sono parte di un sistema di immagini che si traducono in forma di avvenimenti, spostamenti, dialoghi e, per l’appunto, descrizioni.

Quindi, le descrizioni non sono una componente accessoria della storia, ma sono parte integrante, perché è anche attraverso le descrizioni che si rende possibile la magia di prendere immagini finora presenti soltanto nella nostra testa e di trasferirle in quella del lettore.

Meglio un dettaglio vivido che frasi su frasi

Nel descrivere un ambiente, un luogo in cui si svolge una scena o l’aspetto di un dato personaggio, una delle prime accortezze da mettere in atto è quella di scegliere con cura i dettagli.

Anziché affastellare tanti dettagli generici, che rischiano di passare inosservati e di appesantire la lettura, occorrerebbe compiere lo sforzo di individuare quegli elementi di specificità che rendono memorabile un luogo, uno spazio, un personaggio.

Il tutto, naturalmente, va sempre accompagnato da una precisa scelta stilistica da parte dell’autore. Infatti, esistono romanzi fluviali in quanto a descrizioni, perché per quella particolare storia in quel dato contesto è risultato essere fondamentale e funzionale introdurre così tanti elementi di sostegno alla narrazione. Così come, invece, ne esistono altri con una presenza quasi impercettibile di descrizioni, a tutto vantaggio degli avvenimenti e del ritmo complessivo.

Esistono romanzi fatti in maniera diversa, che si prefiggono cose diverse e intendono comunicare messaggi diversi a un pubblico diverso. Deve essere cura dell’autore, anche in base alle proprie caratteristiche stilistiche ed espressive, individuare la giusta misura. Tenendo però sempre a mente che è quasi sempre preferibile trovare un piccolo numero di dettagli fortemente descrittivi e puntare su quelli per imprimere nella mente nel lettore le immagini, col massimo della precisione.

Tutto il resto – e questo lo sappiamo benissimo, da lettori – lo farà il lettore, che colmerà gli spazi lasciati alla sua immaginazione.

Le descrizioni in narrativa

Creare l’ambiente presto e non dimenticarsene

Quando si inizia a raccontare una scena, un buon modo per iniziarla può essere quello di collocarla presto nel suo contesto di riferimento.

In tal modo, il lettore avrà chiaro sin da subito dove si sta svolgendo la scena, senza quindi correre il rischio di sentirsi spaesato (a meno che non sia proprio quella l’intenzione dell’autore) e potrà concentrarsi su ciò che accade.

Una volta impostata l’ambientazione, è raccomandabile di non dimenticarsene, di non abbandonarla rendendola scontata o non facendo in modo che i personaggi interagiscano con essa o siano interrotti.

Per esempio, se la scena prevede due personaggi che parlano in un locale, che abbiamo provveduto a descrivere nei dettagli significativi, sarà bene che durante il dialogo o la sequenza di eventi che coinvolge i personaggi ci siano degli elementi dell’ambientazione che ritornino. Potrebbe essere la cameriera che si avvicina per prendere l’ordinazione, oppure la musica troppo alta che non permette di chiacchierare. Qualcosa, insomma, che ricordi al lettore dove si trovino i personaggi e che tale ambientazione sia vivida e concreta, al punto da poter condizionare lo svolgimento della scena.

Usare un linguaggio sorprendente

Sebbene questo valga per qualsiasi aspetto della narrativa, anche nell’ambito delle descrizioni va sottolineato come scelte non scontato ottengano un effetto più intenso e vivido sul lettore.

Quando si utilizza un nome poco utilizzato rispetto a quel dato contesto, o quando si associano immagini lontane, o ancora quando si legano un aggettivo e un nome che non sono soliti andare in coppia, si cera nel lettore un momento di smarrimento che si traduce in una riflessione ulteriore e in una gradevole sorpresa, qualora le scelte dell’autore siano state azzeccate e funzionali.

Questo, tuttavia, espone anche a qualche potenziale svantaggio, come la lingua artefatta o le immagini poco centrate. Occorre quindi lavorare sull’utilizzo della lingua e sul proprio stile per raggiungere un controllo sullo strumento talmente saldo da consentire anche deviazioni dal seminato, risultando efficaci e sorprendenti.

Scrivere per tutti i sensi

Il consiglio classico per le descrizioni: scrivere per tutti i sensi.

Al fine di descrivere un ambiente, un luogo, un momento, un personaggio, abbiamo a disposizione un ampio spettro di dettagli, oltre a quelli visivi.

Possiamo, per esempio, soffermarci sugli odori, che tanto descrivono delle città, delle stanze, delle persone. Oppure sui suoni e sui rumori, che ampliano la componente sensoriale e spaziale. O raccontare attraverso il tatto e il gusto.

Le possibilità sono molteplici. Come sempre, sta all’autore prenderle in considerazione tutte e scegliere quelle più indicate rispetto ai fini che si prefigge.

Conclusioni

Le descrizioni in un romanzo contemporaneo vanno dosate con cura estrema.

Mentre un tempo rappresentavano un elemento insostituibile per consentire al lettore di immergersi in una scena, in un ambiente, in un preciso luogo, o ancora per vedere dei particolari abiti, oggi abbiamo molte più opportunità di visitare luoghi e di cercare immagini.

Basta anche solo questo singolo aspetto per portarci a curare le descrizioni con la massima cura.

Tale cura dovrebbe risiedere in primis nella scelta dei dettagli fondamentali ai nostri scopi.

Quindi, anziché travolgere il lettore con un lungo elenco di minuziosi dettagli, è quasi sempre preferibile scegliere un approccio più mirato, volto a individuare elementi di distinzione in ciò che si sta descrivendo.

Quegli elementi, in definitiva, in grado di essere memorizzati. E, se siamo fortunati, di diventare memorabili, addirittura. 

E tu come lavori sulle tue descrizioni? Cerchi di essere puntiglioso e preciso, di dare tanti elementi al lettore, oppure di concentrarti su pochi dettagli? Da lettore quale approccio tendi a preferire?