Riviste letterarie: palestra, comunità e vetrina per scrittori

Riviste letterarie: palestra, comunità e vetrina

Nel panorama contemporaneo, in maniera piuttosto sorprendente sono riemerse le riviste letterarie.

Un tempo fucina di giovani talenti alla ricerca del proprio spazio nel mondo editoriale e letterario, oggi si ripropongono sotto una nuova veste, molto spesso interamente e unicamente digitale. Per la realizzazione e la diffusione vengono sfruttati quindi gli attuali mezzi messi a disposizione della tecnologia, abbattendo i costi e favorendo la promozione online.

Quali sono i vari tipi di rivista esistenti oggi?

Che ruolo possono avere per un giovane o un aspirante scrittore?

Per quale motivo ha senso provare a inviare i propri testi a una rivista, anziché pubblicarli su una piattaforma alternativa, che sia un blog oppure Wattpad?

E infine, la domanda delle domande: cosa se ne ricava, una volta pubblicati?

Una premessa sulle riviste letterarie

Ho inviato, nel corso di un anno e mezzo circa, diversi miei racconti alle riviste letterarie.

L’ho fatto quando mi sono reso conto di necessitare non solo di un riscontro tra i miei pari (ottenuto grazie al Writer’s Dream, una delle risorse che ho citato in questo articolo).

Necessitavo di qualcosa di sottilmente diverso: qualcuno che credesse in me e nel mio testo al punto da sceglierlo per la pubblicazione.

Una doverosa specifica: nella gran parte dei casi, le riviste letterarie sono fondate e gestite da appassionati, con vari ruoli o aspirazioni all’interno del mondo editoriale. Scrittori emergenti, aspiranti editor e revisori di bozze, lettori forti curiosi di saggiare le nuove tendenze o scoprire nuove voci interessanti.

Essere scelti, quindi, non implica necessariamente di avere doti indiscutibili, oppure di esser pronti al grande salto verso la pubblicazione con una casa editrice.

Non si può negare, però, che rappresenta un tassello lungo il percorso di crescita. Qualcuno, dall’altra parte di un indirizzo email o di un form online, legge le tue parole e ritiene il racconto adeguato, buono abbastanza, meritorio di essere pubblicato sulla rivista che gestisce o con la quale collabora. E lo fa selezionandolo in mezzo a una moltitudine di altri testi, vedendo nel tuo testo ciò che cerca, ciò che vuole proporre al proprio bacino di lettori.

Questo processo, peraltro, avviene in alcuni casi a livello redazionale, con un gruppo di collaboratori che si riuniscono, fisicamente o virtualmente, per discutere e scegliere quale tra i testi giunti in redazione pubblicare.

Essere scelti, quindi: ecco ciò che differenzia fortemente una rivista da una qualsiasi piattaforma libera dove possiamo inserire un testo e premere il pulsante per pubblicarlo.

Nota finale: ho avuto il piacere di vedere alcuni miei racconti selezionati e pubblicati su riviste letterarie. Altri usciranno nei prossimi mesi. Li ho raccolti tutti qui e sono gratuiti. Perché anche questo è da sottolineare: tranne qualche raro caso di rivista cartacea, le attuali riviste sono totalmente gratuite.

Ti parlerò quindi anche della mia personale esperienza, ma specifico subito che, a fronte dei miei testi pubblicati, altrettanti sono stati rifiutati, o non hanno ricevuto riscontro alcuno.

Non scoraggiarti, quindi, se capiterà: è naturale, per tutta una serie di motivi che proverò ad analizzare nel seguito dell’articolo.

Riviste letterarie: risorsa per aspiranti autori

I vari tipi di rivista

In questo articolo ho deciso di non citare riviste letterarie specifiche, ma di affrontare il tema in maniera più generica.

Tuttavia, mi sembra utile e doveroso cercare di fare chiarezza nella moltitudine di nomi nei quali probabilmente ti sei imbattuto, se segui questo mondo oppure se ti sei appena affacciato.

Esistono varie tipologie di riviste. Ricadono tutte sotto lo stesso cappello, quello di rivista letteraria, per l’appunto, ma vengono realizzate e proposte in maniere differenti.

Lit-blog, o blog letterario: un sito internet che propone racconti, pubblicati periodicamente alla maniera di articoli su un blog.

In qualche caso, oltre ai racconti, vengono proposti approfondimenti, recensioni di libri, interviste ad autori o a professionisti del mondo editoriale.

Rivista in formato digitale: una volta selezionato un certo numero di racconti, vengono impaginati e inseriti all’interno di un documento, solitamente in formato PDF, accompagnato da una immagine di copertina e da illustrazioni per ciascun racconto.

In qualche caso, è presente una introduzione/editoriale a firma di uno dei membri della redazione, e qualche racconto offerto da un autore già pubblicato.

La rivista in formato digitale è disponibile sul sito della rivista gratuitamente.

Alcune riviste hanno sia la pubblicazione del racconto sul sito, sia quella all’interno della copia digitale della rivista.

Rivista cartacea: scelti i racconti che comporranno il numero, la rivista viene stampata e distribuita attraverso vari canali: store online, librerie amiche, fiere.

Ci sono anche casi di riviste che propongono sia il formato cartaceo sia quello digitale.

Prima dell’invio

Una prima buona regola, dettata dal buon senso, è di conoscere e leggere la rivista alla quale si intende inviare un proprio testo.

Innanzitutto, sarebbe piuttosto strano inviare a una rivista di cui non si è lettori.

Inoltre, è bene conoscere il taglio dei testi che vengono solitamente pubblicati sulla rivista prescelta. Sono testi intimisti? Realistici? Surreali? Grotteschi? Sperimentali?

Non solo: qual è la qualità media dei testi che vengono pubblicati? Occorre chiedersi: il mio testo è a questo livello? Starebbe bene a fianco dei testi che di solito si trovano sulla rivista?

Una volta individuata la rivista affine al nostro testo per gusto e taglio, è il momento di predisporci all’invio.

Tutte le riviste hanno una pagina, sul loro sito, relativa alle modalità di invio. Cerca di attenerti in maniera scrupolosa alle poche e semplici regole che vengono specificate.

La prima: verifica qual è la lunghezza richiesta per i testi. Esistono riviste per tutte le taglie: è importante accertarsi che il tuo testo rientri nelle specifiche della rivista che hai scelto.

Se presenti, poni attenzioni alle norme di formattazione: carattere, dimensione del carattere, quali informazioni da inserire in testa al racconto. A tal proposito, a meno di indicazioni in senso opposto, è buona norma inserire nel documento contenente il testo almeno il proprio nome e cognome e l’indirizzo email, in modo da poter essere ricontattati.

Sempre se specificato, rinomina il file in cui hai inserito il racconto così come da indicazioni fornite. In questo modo faciliterai la vita ai redattori.

Verifica anche che ci sia una scadenza per l’invio, in modo da essere certo di mandare in tempo utile.

Quando avrai sistemato tutto, scrivi una mail concisa in cui ti presenti e proponi il tuo racconto. Anche per l’oggetto della mail potrebbe esserci qualche specifica: come sempre, presta più attenzione che puoi, in modo da apparire attento e professionale.

Riviste letterarie: cosa sono e perché un autore dovrebbe pubblicarci

Palestra

Quando si decide di inviare un testo a una rivista, diventa automatico presentarlo nella miglior veste possibile.

Si effettuerà quindi qualche rilettura in più, si presterà maggiore attenzione alla scelta delle parole, alla suddivisione in paragrafi, alla punteggiatura, all’assenza di refusi.

In un certo senso, questi passaggi allenano a un atteggiamento professionale.

Lo ritengo uno degli aspetti decisivi per poter crescere come autori: diventare sempre più scrupolosi e severi rispetto ai propri lavori. Lavorarci in modo meticoloso, quasi maniacale, prima di proporli.

Oltre a questo aspetto, che riguarda esclusivamente l’approccio rispetto ai propri testi, e che farà quindi parte del tuo bagaglio di esperienze, va sottolineata come in qualche caso saranno le riviste stesse a operare un editing sul testo, fornendo quindi ulteriori spunti e riflessioni utili per portare alla luce i pregi della tua scrittura e per limarne i difetti.

C’è un ulteriore motivo per cui inviare racconti alle riviste letterarie può rappresentare una valida palestra. Alcune riviste, infatti, indicono delle call: propongono, cioè, dei temi, delle parole chiave, dei dipinti ai quali ispirarsi, dei generi oppure delle lunghezze atipiche per gli standard della rivista.

Questi elementi possono consentirti di metterti alla prova con qualcosa che va al di là del consueto, dei temi di cui solitamente ti occupi nei tuoi testi, o ancora di misurarti su nuove distanze, più lunghe oppure più brevi.

E tutto questo fa esperienza, ti permetterà di scoprire nuovi aspetti sulla tua stessa scrittura e sulle tue inclinazioni

Comunità

Tra invio di mail, relazioni che si innescano sui canali social della rivista, confronti sulle illustrazioni (a proposito: nella maggior parte dei casi sono le riviste ad affidare la realizzazione delle illustrazioni; in qualche caso, è possibile proporre un illustratore o una illustrazione), prende vita una rete di contatti che può tornare utili per più ragioni.

Si può entrare in contatto coi propri pari, ovvero altri autori pubblicati sulle riviste. Con loro ci si può confrontare, ci si possono scambiare consigli e testi, possono nascere amicizie.

Lo stesso può accadere con le persone che nelle riviste ci lavorano.

Ciò che ho notato è che, in molti casi, tra riviste ci si aiuta. Non è raro vedere la pagina social di una data rivista pubblicizzare l’uscita del nuovo numero di un’altra rivista. O ancora, promuovere una nuova uscita di un autore precedentemente pubblicato.

Insomma, si può creare attorno a sé un contesto legato alla propria nicchia di riferimento, quella di autori e di mondo editoriale. E circondarsi di stimoli positivi è importante, quasi fondamentale per un’attività spesso solitaria come la scrittura.

Vetrina

Questo è uno degli aspetti più delicati da trattare.

Dal mio punto di vista, tentare di pubblicare su una rivista non dovrebbe avere come obiettivo primario quello di mettersi in vetrina. Lo intendo piuttosto come un modo di misurarsi col mondo esterno, di essere letti da qualcuno al di fuori della propria cerchia consueta, di capire a che livello si è arrivati, di mettersi in contatto col mondo di cui si vorrebbe fare parte.

Tuttavia, per qualcuno potrebbe essere uno dei motivi – se non il motivo principale – per tentare questa strada.

Nel corso degli anni, mi è capitato di leggere interviste a diversi esponenti del mondo editoriale. Diversi di loro hanno indicato il percorso attraverso la pubblicazioni sulle riviste come quello ottimale per poter poi raggiungere la pubblicazione.

Che editor e talent scout tengano d’occhio le riviste, soprattutto quelle più quotate, è quanto meno probabile.

Che possano contattare un autore comparso su una rivista, chiedendo se ha un romanzo pronto, non è da escludere.

Nella mia esperienza, e in quella della pressoché totalità degli autori che ho conosciuto in questi mesi, è però un’altra: una volta uscito il loro racconto, non è successo nulla. Nel migliore dei casi, hanno ricevuto un commento sotto un post sui social oppure un messaggio privato. In tutti gli altri, silenzio assoluto.

Ma questo non deve scoraggiare. Tutto fa parte del percorso di crescita e di consapevolezza. Infatti, anche con la pubblicazione di un romanzo le reazioni potrebbero essere poche, se non inesistenti.

È bene quindi essere consapevoli rispetto al mondo in cui si sta cercando di entrare. E le riviste, pur nel loro piccolo, possono essere un modo per affrontare il cammino impostando nella maniera più corretta le aspettative.

Conclusioni

Ci tengo ad affermarlo in modo chiaro: a mio parere, passare dalle riviste letterarie è oggi tra le scelte migliori che possa fare un autore.

Consente di lavorare sul testo col massimo della cura (cosa che si dovrebbe fare a prescindere, ma avere la pressione di doverlo far leggere a occhi esterni rende il processo più obbligato); abitua alle attese, ai silenzi e ai rifiuti, elementi ricorrenti quando ci si propone alle case editrici.

Se l’argomento risulterà di interesse, scriverò un nuovo articolo in cui proverò a elencare le principali riviste attualmente attive.

Se qualcuno vorrà collaborare, è ben accetto.

Hai mai inviato un tuo racconto a una rivista letteraria? Che riscontri hai avuto? E se hai pubblicato, cos’è successo dopo? Consiglieresti a un autore di provare a inviare i propri testi?