After.Life (2009)

Anno di uscita
2008
Titolo originale
After.Life
Regia
Agnieszka Wójtowicz-Vosloo
Genere
ossessione, seppellimento prematuro, thriller
Cast
Christina Ricci, Liam Neeson, Justin Long, Josh Charles
Durata
100'
Paese
USA
Voto
5.3

A dispetto di un impianto semplice, che potrebbe far pensare un film soft-horror per adolescenti, After.Life si segnala per i tentativi di andare in una direzione più profonda, nella quale gli elementi horror perdono sempre di più la loro valenza simbolica per finire in temi eterni e delicati quali la vita e la morte: come viviamo? Conduciamo le nostre vite in un modo che faccio loro assumere un significato? Esiste un fine ultimo nella vita? E se non lo perseguiamo, meritiamo di essere puniti?

Non temete, non ci troviamo di fronte a un mattone esistenzialista, tutt’altro. La struttura del film è invero piuttosto semplice: Anna ha un incidente d’auto che le costa la vita. Sul lettino dell’obitorio, il suo corpo viene ripulito e curato dalle mani esperte di Eliot. L’aspetto curioso, in questa scena, è il fatto che la Anna e l’uomo parlano e litigano. Il gioco dei ruoli cadavere-preparatore del corpo viene portato avanti sul sottile filo del dubbio, non fornendo mai una prova certa di quale sia la verità e di cosa stia davvero accadendo. E’ l’uomo ad avere poteri particolari e ad accompagnare i defunti nel loro ultimo tratto di strada verso l’aldilà? Oppure è un folle che prende persone ancora vive per punirle del modo indegno – a suo giudizio – in cui conducevano le proprie vite?

Anna (Christina Ricci) è una ragazza con dei problemi, in particolare legati a una situazione sentimentale difficile, a un rapporto che appare incrinato e senza futuro. Proprio a seguito dell’ennesimo litigio con Paul, la ragazza si mette alla guida e ha l’incidente che la porterà ad affrontare l’idea di essere morta, rivedendo e rivalutando retrospettivamente quanto fatto in vita. Questo la porterà a una nuova consapevolezza e si renderà conto di non voler abbandonare la propria vita, di volere ancora lottare per essa.

Il punto forte al centro del film risiede proprio in quest’ultimo aspetto: posti di fronte alla possibile fine della nostra vita, tutte le cose che ci sembravano difficili, problematiche e fastidiose assumono connotati nuovi. Forse semplice, animale istinto di sopravvivenza, è ciò a cui Anna si aggrappa per negare con tutte le sue forze, nonostante le insistenze di Eliot (Liam Neeson), la possibilità di essere morta.

Nonostante una situazione piuttosto originale, After.Life non mette a fuoco in pieno il proprio tema centrale, finendo per ripetere  più e più volte gli stessi schemi e non arricchendoli mai di elementi di reale interesse, né di guizzi in grado di tenere la tensione alta. Lo spettatore inizia a chiedersi ben presto se Anna sia davvero morta oppure se Eliot sia in realtà un aguzzino, ma quella stessa curiosità scema man mano che il minutaggio si accumula ma la trama non evolve, finendo per arrotolarsi intorno a sé stessa. Ciò potrebbe essere frutto di qualche mancanza da parte della sceneggiatura oppure, con gli elementi messi su schermo, sarebbe stato preferibile fare del materiale presentato un corto o mediometraggio.

Probabilmente le ragioni commerciali – si tratta di un film con un budget da 4,5 milioni di dollari e attori protagonisti di rilievo – hanno spinto alla produzione di un lungometraggio più facilmente vendibile, ma il risultato non è particolarmente riuscito. Rimane da apprezzare, però, il tentativo di esplorare un tema non semplice, sebbene sia stato affrontato in maniera forse un po’ troppo superficiale.

After.Life (2009)
Voto del redattore
5.3
Voto dei lettori2 voto
6.7
5.3