The orphanage (2007)

Anno di uscita
2007
Titolo originale
El orfanato
Regia
Juan Antonio Bayona
Genere
fantasmi
Cast
Belén Rueda, Fernando Cayo, Roger Princep, Mabel Rivera
Durata
105'
Paese
Spagna/Messico
Voto
7

Anticipato da un discreto battage pubblicitario e presentato come un erede designato di The OthersThe Orphanage altro non è se non la nuova ed ennesima dimostrazione del fatto che in Spagna si continuano a girare horror di buona qualità, sebbene tutti troppo legati a certi stilemi.

La storia qui narrata riguarda un vecchio orfanatrofio che viene acquistato da una coppia di sposi: la donna era cresciuta proprio in quell’edificio, quando ancora aveva funzione di orfanatrofio, e di comune accordo col marito decidono di acquistarlo, ristrutturarlo e di renderlo una casa famiglia per bambini bisognosi. Con loro c’è Simòn, il loro bambino, e ben presto si viene a scoprire che è stato adottato e che è malato di HIV.

Simòn è un bambino particolare dotato di grande fantasia (o di grande percettività): gioca con dei bambini immaginari ed è assolutamente della loro esistenza. La vicenda si complica durante una festa in maschera: il bambino sparisce e sua madre, interpretata da un’ottima Belén Rueda, viene rinchiusa in bagno da uno strano bimbo col volto coperto da un sacchetto. Iniziano dunque ricerche, indagini, collaborazioni con una psicologa ed anche con una medium, una Geraldine Chaplin splendidamente espressiva: da un lato la polizia brancola nel buio ed a distanza di nove mesi ancora non ha avuto nemmeno una minima traccia sulle sorti di Simòn, dall’altra la medium percepisce nella casa la presenza dei bambini che avevano vissuto nell’orfanatrofio, tutti eccetto Laura stessa, la protagonista, che aveva lasciato quel luogo proprio pochi giorni prima che tutto accadesse. Il finale è affascinante e poetico, arricchito anche da una soluzione discretamente sorprendente.

Masked children wander through the corridors of “The Orphanage.”

Va detto che i punti di contatto con The Others, effettivamente, esistono, ma non sono tali da inficiare la qualità di questa prima prova su lunga distanza di Juan Antonio Bayona, che gira un film ben costruito, elegante, caratterizzato da prove recitative di notevole caratura e da una location fascinosa e davvero molto bella, con questo grande edificio che sovrasta una spiaggia di sabbia bianca ed un vecchio faro. Interessanti anche gli elementi che vengono sparsi lungo la prima parte del film e che poi trovano una collocazione nel suo sviluppo.

Tutto positivo, dunque? No, perchè a dirla tutta si arriva in fondo con una punta di insoddisfazione, magari a causa di una parte centrale e finale tutto sommato prevedibile, ma rimane quel gradevole gusto di perdersi in una pellicola che ha l’encomiabile pregio di saperti catturare visivamente da subito, calandoti in una realtà credibile. Lento il taglio registico, come da tradizione per il genere del film, una sorta di incrocio tra horror psicologico e ghost story.

In attesa di vedere come verrà reso nel remake americano (i diritti sono già stati acquistati) una visione consigliata agli amanti del genere. No, non caldamente consigliata, sia chiaro, ma un’ora e tre quarti da dedicare a The Orphanage, io, cercherei di trovarla.

The orphanage (2007)
Voto del redattore
7
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7