Final Destination (2000)

Anno di uscita
2000
Titolo originale
Final destination
Regia
James Wong
Genere
thriller, teen
Cast
Devon Sawa, Ali Larter, Kerr Smith, Kristen Cloke
Durata
94'
Paese
USA/Canada
Voto
6.5

Giunge l’ora di un’altra saga che ha caratterizzato l’horror, o comunque un suo parente, nel primo decennio del nuovo millennio. Final Destination va preso per quello che è: un divertissement ironico e con qualche riflessione non necessariamente banale. La mia impressione è però che visto il primo si sia visto tutto.

Un’allegra scolaresca di diciassettenni americani è in procinto di partire per una gita primaverile a Parigi, ma pochi istanti prima del decollo Alex sogna un incidente aereo che causerà la morte di tutti. Allarmato, inizia ad urlare affermando che è necessario scendere subito per evitare il disastro, ma saranno in pochi a seguirlo. Chiaramente, pochi minuti dopo l’aereo decolla ed esplode poco dopo essersi staccato da terra, provocando la morte di tutti i passeggeri.

Il periodo successivo non è facile per Alex, che da molti viene temuto se non addirittura odiato. La sua reputazione e la sua posizione legale non fa che peggiorare quando per due volte si trova sui luoghi in cui muoiono due dei superstiti che avevano abbandonato l’aereo assieme a lui in quel tragico giorno. La realtà è diversa, poiché Alex non è responsabile di quegli eventi, ma vi è coinvolto per via di qualche indizio, di una visione o di una semplice intuizione, che finiranno per fargli elaborare la teoria che sta alla base dell’intera saga.

Tutti abbiamo un destino e per tutti noi è previsto il modo e l’ora in cui moriremo. Nel caso in cui per qualche fortuito caso qualcuno riuscisse a scampare al momento fatale, la morte troverebbe un modo alternativo per prendersi il malcapitato, che rimane quindi segnato. Ed è questo quindi il moto della vicenda: gli scampati al disastro aereo non possono continuare a vivere, dato che la loro morte era scritta e sarebbe dovuta avvenire in quell’incidente. Per loro il momento è solo stato procrastinato da cause esterne, nel caso specifico la visione di Alex, ma non potrà tardare molto, nonostante gli estremi tentativi di mettersi in salvo e di proteggersi a vicenda.

Le morti violente ed originali sono uno dei trademark del film, e la migliore a parere di chi scrive rimane la prima, che incarnava in tutto e per tutto l’estremo fatalismo e la caccia spietata che la morte opera nei confronti della vittima predestinata. Le successive invece, sebbene siano curiose e “simpatiche”, sono penalizzate dall’essere degli incidenti, che per quanto spettacolari o eccessivi tali rimangono. La caratterizzazione della morte, elemento immateriale ma allo stesso tempo immanente, sarebbe stata più efficace qualora avesse mantenuto quegli elementi di spietata cacciatrice.

I momenti migliori del film sono alcuni pensieri sui disegni del destino e le sequenze precedenti alle morti, divertenti e ironiche. Ciò che invece funziona molto meno sono i dialoghi e il coinvolgimento della polizia, prossimo al patetico, oltre che alcuni atteggiamenti di Alex che finisce per essere un tantino insopportabile nel ruolo da santone che si ritaglia nella seconda parte. Come divertissement, però, l’effetto è garantito.

Final Destination (2000)
Voto del redattore
6.5
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6.5