Gothic (1986)

Anno di uscita
1986
Titolo originale
Gothic
Regia
Ken Russell
Genere
onirico
Cast
Julian Sands, Gabriel Byrne, Natasha Richardson, Myriam Cyr
Durata
87'
Paese
Regno Unito
Voto
4.5

La notte di villa Diodati, nei pressi di Ginevra, che si dice diede vita al vampiro di Polidori ed al Frankenstein di Mary Shelley. Indubbiamente, quella notte dal sapore mitologico e leggendario esercita un grande fascino sullo stuolo di amanti del genere gotico, per quanto sia piuttosto avventuroso affermare che fu nel corso di quella notte che nacquero le storie appena citate. Tuttavia, al di là di tutti i significati che si vogliano vedere dietro, la possibilità di sbirciare all’interno di quella villa e proprio nel corso di quella notte è assai invitante, pertanto tuffiamoci senza ulteriori indugi nella Svizzera di inizio XIX secolo.

Lord Byron, poeta dalla controversa vita, ospita nella villa l’amico Percy Bysshe Shelley, poeta romantico, la sua compagna Mary, la di lei sorellastra Claire ed il medico nonché suo biografo John William Polidori. Tra amori clandestini, perversioni, passioni e paure, la notte scivolerà rapidamente, grazie all’aiuto di un libro di storie sui fantasmi e a uno smodato uso di oppio e laudano, verso l’onirismo più totale. Realtà e immaginazione si fondono di continuo fino a penetrare l’uno nell’altra, facendo oltretutto perdere il focus di quello che lo spettatore riteneva fosse lo spirito stesso del film.

Russell è un regista dotato e caratteristico, pieno di tocchi visionari, ma il soggetto è fiacco, tendente all’assurdo e lontano dal descrivere il fascino della nascita di una leggenda. I riferimenti ai romanzi gotici si limitano ai titoli che cita Byron, e non basta un quadro di Fussli, l’Incubo, a connotare una trama che finisce per aggrovigliarsi su sé stessa e destrutturarsi fino a perdere ogni filo, affogando nello stesso laudano di cui i personaggi, tutti tra il paranoico, l’ossessionato e lo psicotico, fanno un largo consumo.

Nonostante un inizio incoraggiante, quindi, dove a farla da padrone vi è l’originalità dei due poeti e la poesia stessa, elargita tramite dialoghi discreti, la pellicola a partire dalla mezz’ora annega in un mare di visioni e paranoie dei personaggi, tra perversioni, desideri inconfessabili, tradimenti, incesti e quant’altro, tanto che alla fine viene completamente perso di vista il motivo che stava alla base stessa del film, ovvero la creazione e la nascita di opere fondamentali nello sviluppo di un genere. Peccato, occasione persa e film francamente evitabile.

Gothic (1986)
Voto del redattore
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