Il quarto tipo (2009)

Anno di uscita
2009
Titolo originale
The fourth kind
Regia
Olatunde Osunsanmi
Genere
mistero, sci-fi horror
Cast
Milla Jovovich, Elias Koteas, Hakeem Kae-Kazim, Will Patton
Durata
94'
Paese
USA
Voto
7.5

Nel 1972, l’astrofisico ed ufologo J. Allen Hynek definì un sistema di classificazione degli avvistamenti di UFO. Un incontro ravvicinato del primo tipo è l’avvistamento di uno più oggetti volanti non identificati. Un incontro ravvicinato del secondo tipo è una prova, ovvero un fenomeno fisico direttamente proveniente da un UFO: cerchi nel grano, calore, radiazione, paralisi umana. Un incontro ravvicinato del terzo tipo è il cosiddetto contatto, ovvero l’osservazione di esseri animati in associazione ad un avvistamento di UFO. In seguito a tale classificazione, l’ufologo Jacque Fabrice Valléepropose l’adozione di un’ulteriore tipologia di incontro ravvicinato, quello del quarto tipo, in cui un essere umano viene rapito da un UFO o dai suoi occupanti. Il cosiddetto fenomeno dell’abduction. Ed è proprio intorno a questo tema che si dipana la vicenda narrata ne Il Quarto Tipo.

Ad un primo impatto, si potrebbe giustamente obiettare che il tema sia di carattere strettamente fantascientifico, ed è verissimo. Tuttavia, Osunsanmi pone l’accento maggiormente sul fronte del terrore che le persone vittime di tali eventi vivono, mettendo in scena la loro angoscia, l’inquietudine, l’impotenza. La struttura narrativa scelta è quella di una ricostruzione di eventi reali, corredata da materiale originale. In realtà, si tratta esclusivamente di finzione, ma la campagna pubblicitaria è stata improntata sulla volontà di far credere che tutta la vicenda sia reale, e che in mano al regista ci siano circa 60 ore di materiale audio/video registrato dalla psicologa Abigail Tyler. La struttura è quindi piuttosto particolare, in quanto ci sono parti in cui il regista Olatunde Osunsanmi intervista la “vera” dottoressa Tyler, due anni dopo i drammatici eventi, e tali sequenze si alternano con quelle della ricostruzione di tali eventi, il film vero e proprio. A sua volta, queste parti vengono spesso affiancate da sequenze video tratte dal materiale originale registrato dalla psicologa durante le sue sedute. Insomma, il tentativo è quello di rendere il più possibile l’idea che si tratti di eventi reali e documentati, e tutto sommato l’operazione può valutarsi riuscita.

Nella cittadina di Nome, in Alaska, una serie di pazienti in cura presso la dottoressa Tyler presentano disturbi molto simili: si svegliano nel cuore della notte e vedono alla finestra della loro camera da letto un gufo bianco che li fissa. Durante alcune sedute di ipnosi regressiva, i pazienti rivivono alcune esperienze rimosse dai loro ricordi e provano un terrore inspiegabile, finendo con l’agitarsi al punto di ribaltare divani, vomitare, distruggere lampade. L’evento spartiacque si verifica quando Tommy, uno dei pazienti, durante una notte prende in ostaggio all’interno della propria casa l’intera famiglia, chiedendo allo sceriffo di poter parlare con Abigail. Tuttavia, il suo intervento risulterà inutile, e darà luogo a sospetti sempre crescenti da parte dello sceriffo August, che inizia a temere che le cure della donna siano in realtà dannose e che lei stessa stia perdendo il controllo, magari in seguito alla recente scomparsa di suo marito, assassinato nel letto mentre dormiva di fianco a lei. Un registratore che la donna utilizza per raccogliere i propri commenti sulle sedute fornisce la prova che Abigail ha subito un’aggressione durante la notte, evento del quale non ricorda nulla. Contatta così un suo collega psicologo ed un accademico esperto di lingue antiche, per tentare di decifrare le misteriose parole che si sentono sul nastro, mischiate alle sue urla di terrore. Tutto lascia pensare che a Nome stiano avvenendo una serie di fenomeni che vanno sotto il nome di abduction, vale a dire dei rapimenti alieni, e tra sospetti, scetticismo e panico crescente, la donna si sottoporrà in prima persona all’ipnosi per provare a capire cosa le è successo durante quella notte.

Realizzato con buoni mezzi a disposizione e con chiarezza di idee, Il Quarto Tipo affronta un tema classico della fantascienza ponendo l’accento però sulla reazione delle persone che vivono tali eventi, piuttosto che sulle entità aliene e su ciò che fanno una volta rapito l’individuo. Proprio su quest’ultimo elemento il film presenta le maggiori lacune, in quanto per tutta la sua durata carica lo spettatore di attesa e curiosità che però finisce per non soddisfare mai, lasciando un velo di ignoto e di irrisolto. Notevole l’impegno nel ricreare la tensione ed il terrore delle vittime, che abbiamo la possibilità di vivere attraverso i loro racconti. Infatti, nessuno degli eventi viene mostrato in presa diretta mentre accade, ma viene sempre raccontato tramite i protagonisti stessi, durante le sedute dalla psicologa. Un altro aspetto poco convincente è la scarsa attenzione posta nel delineare la reazione dell’intera comunità, dal momento che Nome è una piccola cittadina e casi così eclatanti inevitabilmente sconvolgono l’esistenza non solo di chi viene direttamente colpito. Eppure il film funziona, in virtù di questa ritmica serrata e di un riuscito crescendo, che riesce ad incuriosire sin dalla primissima sequenza, quando Milla Jovovich, che interpreta Abigail, spiega il perchè di quel film e di come è stato realizzato, riuscendo nell’immediata impresa di spingere lo spettatore a seguire con attenzione lo svolgersi delle vicende. Produzione di buon livello benedetta da prove recitative soddisfacenti, Il Quarto Tipo svolge bene il suo compito e non mancherà di farvi controllare le finestre della vostra camera da letto nottetempo, nella speranza che nessun gufo bianco vi stia osservando.

Il quarto tipo (2009)
Voto del redattore
7.5
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7.5