Nero criminale – Le belve sono tra noi (1974)

Anno di uscita
1974
Titolo originale
Frightmare
Regia
Pete Walker
Genere
cannibali
Cast
Sheila Keith, Rupert Davies, Deborah Fairfax, Paul Greenwood
Durata
88'
Paese
Regno Unito
Voto
9

Scavare nei meandri del cinema di genere è una cosa assai soddisfacente e talvolta si rivela gratificante. Se è vero che in buona parte dei casi si va incontro a delusioni – peraltro, messe in conto – lo è altrettanto che quando si trova una chicca nascosta o comunque di cui si ignorava l’esistenza il senso di appagamento è grande. È il caso di Nero Criminale e di Pete Walker, rispettivamente film e regista dei quali non sapevo assolutamente nulla: il primo mi ha sorpreso moltissimo in positivo, del secondo già sto scavando alla ricerca di ulteriori film da visionare.

Un prologo in bianco e nero, con l’identità del colpevole sapientemente nascosta, ci introduce alla vicenda: nella Londra del 1957 viene perpetrato un omicidio all’interno di una casa, e successivamente un giudice condanna all’internamento in un ospedale psichiatrico due persone, che Walker si premura di non mostrare. L’azione si sposta nel 1972 e prende a seguire le vicissitudini di una coppia di sorellastre dal rapporto difficile, Jackie e Debbie: la prima si prende cura degli anziani genitori, andandoli a trovare nottetempo per portare alla madre un misterioso incarto; la seconda è una ragazzina di 15 anni ribelle e con frequentazioni di ragazzi irosi ed alla ricerca continua di litigi. A questo cast di personaggi si va ad aggiungere Graham, un giovane psicologo che intraprende una relazione con Jackie e che prenderà a cuore la difficile condizione di Debbie.

Sin da subito il film è capace di catturare l’attenzione per via del non detto e non mostrato iniziale, che suscita curiosità ed interesse. Il tutto viene stuzzicato sapientemente con rivelazioni progressive, a partire dal contenuto dell’incarto che Jackie settimanalmente consegna alla propria madre. La pietanza si arricchisce quando si scava nel morboso rapporto tra i coniugi, Dorothy ed Edmund: un rapporto caratterizzato da dipendenza, protezione, follia. Non è il caso di parlarne oltre perché si svelerebbe uno dei punti di forza della pellicola, che è bene scopriate passo dopo passo gustandovi la gustosa portata servita da Pete Walker.

Ed a sorprendere è proprio l’abilità messa in mostra dal regista nello scrivere il soggetto e nel dirigere coi tempi giusti e con degli scatti spesso assolutamente perfetti una storia macabra e malata. Con pochi mezzi a disposizione e degli effetti di trucco ridicoli, ha il merito innanzitutto di individuare con grande intuito l’attrice ideale per il ruolo di Dorothy, una straordinaria Sheila Keith, inquietantissima nei suoi cambi di mood e che mi ha ricordato in alcuni aspetti ed espressioni uno dei personaggi de La Casa Dalle Finestre Che Ridono di Pupi Avati. E vi assicuro che Nero Criminale – lo so, il titolo è orribile – riesce ad inquietare ed a calare in una trama interessante, sconvolgente e che tiene incollati fino al termine della sua durata. Una chicca assoluta, un cult imperdibile da scoprire, nonché uno di quegli horror capaci di inquietare realmente, in virtù, come detto, della grande prova dell’anziana attrice, della complicità macabra in opera tra lei ed il marito Ed. Non vi aspettate sangue, i particolari macabri vengono lasciati tutti fuori campo. Attendetevi invece un’atmosfera densa e tetra, che non mancherà di ammaliarvi in maniera suadente, attirandovi in una tela intessuta con abilità e gusto.

Nero criminale – Le belve sono tra noi (1974)
Voto del redattore
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