Splice (2009)

Anno di uscita
2009
Titolo originale
Splice
Regia
Vincenzo Natali
Genere
sci-fi horror
Cast
Adrien Brody, Sarah Polley, Delphine Chaneac, Brandon McGibbon
Durata
104'
Paese
Canada/Francia
Voto
6.5

Clive Nicoli ed Elsa Kast sono una coppia di giovani scienziati alle prese con esperimenti di montaggio di DNA di differenti specie animali. Il loro obiettivo è quello di riuscire a creare delle nuove specie da cui derivare cure ed applicazioni in ambito medico. Dopo aver dato vita a due esseri viventi, Ginger e Fred, iniziano a spingersi oltre e a chiedersi cosa accadrebbe qualora inserissero nella procedura di splicing anche il DNA umano.

Osteggiati dalla società per la quale lavorano per via delle conseguenze di esperimenti di quella natura sull’opinione pubblica, continuano i loro tentativi fin quando non riescono a trovare la quadra e dar vita ad un nuovo essere vivente che, oltre al DNA di canguro, salamandra e chissà che altro, ha anche la componente umana. La creatura appare anche esteticamente come un curioso mix: è munita di coda con un pungiglione all’estremità, ha la parte inferiore delle gambe molto più sottile e ricurva all’indietro, una particolare conformazione del cranio. Cresce e invecchia molto rapidamente. Sin dalle prime fasi di vita, dimostra una dicotomia della sua natura, con una forte componente emotiva ed “umana”, ma anche momenti di incontrollati e incontrollabili istinti, che via via diventano sempre più pericolosi.

Necessitando di tenere la creatura segreta, Clive ed Elsa la trasferiscono presso il fienile della casa dei genitori di lei, ormai abbandonata. Nel mentre, la presentazione al pubblico degli esperimenti su Ginger e Fred si risolve in un clamoroso e sanguinolento disastro, creando ulteriori pressioni sui due, che ormai vivono una situazione del tutto irreale. Lui sembra la parte più razionale e sin dalle prime battute vorrebbe eliminare la creatura, mentre lei finisce per instaurare un rapporto di vero e proprio affetto, iniziando a vestirla da bambina e dandole un nome, Dren (il contrario di Nerd, scritta che compare sulla maglietta di Elsa proprio quando sceglie per caso il nome della creatura). I meccanismi però sono mutevoli e nella seconda parte del film le cose cambieranno in maniera netta, fino al finale movimentato e drammatico, quasi surreale.

Splice tocca il tema dell’uomo che si erge a creatore di vita e che si scontra inevitabilmente con ciò che crea. Costruisce un sottotesto dedicato al tema non calcando la mano e non volendo rendere la vicenda una parabola morale ed etica. Il ruolo della società per la quale lavorano gli scienziati è quella della facciata della modernità materialista attenta alle ripercussioni e a alle reazioni piuttosto che ai temi in quanto tali, non finendo però per giocare il ruolo tout-court di mostri dell’età contemporanea. I ruoli invece più sfaccettati e sfumati sono quelli dei due protagonisti, del loro legame e di quello che si innesca con Dren, che finisce per diventare qualcosa di molto diverso da un esperimento.

Ci sono passaggi surreali, come la scena in cui Clive insegna a ballare alla creatura, che a lunghi tratti sembra un mix tra un animale domestico e un figlio piccolo; oppure i momenti in cui Dren rivela nuovi aspetti del suo essere un miscuglio di elementi presi da animali diversi. Tuttavia, avendo provveduto ad infrangere fin da subito l’incredulità dello spettatore, Natali (già dietro la macchina da presa per Cube – Il Cubo) riesce nella non semplice impresa di non far naufragare il film a dispetto dei momenti in cui Dren viene truccata e, a seconda dei casi, sbrana un coniglio nel bosco dopo essere scappata o accarezza un gatto e piange quando glielo portano via. I momenti fin troppo assurdi servono però anche come introduzione alle autentiche svolte attitudinali tanto della creatura quanto della coppia, che sembra aver perso almeno in parte il contatto con la realtà, finendo per dar vita a quello che sarà il finale, anch’esso piuttosto surreale.

Film fantascientifico nel tema ma molto umano nello svolgimento, Splice tratteggia con uno stile personale, pur con qualche eccesso emotivo, una moderna vicenda à la Frankenstein, sui temi della conoscenza e dei limiti che l’uomo in parte si impone e in parte vuole superare anche quando sa che farlo lo espone a un grosso pericolo. Un finale aperto lascerebbe spazio ad un seguito, ma a meno di stravolgere totalmente il punto di vista del primo, un eventuale sequel risulterebbe fiacco e inutile.

Splice (2009)
Voto del redattore
6.5
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6.5