Two thousand maniacs (1964)

Anno di uscita
1964
Titolo originale
Two thousand maniacs!
Regia
Herschell Gordon Lewis
Genere
grottesco, splatter, exploitation
Cast
Connie Mason, William Kerwin, Jeffrey Allen, Shelby Livingston
Durata
87'
Paese
USA
Voto
6.5

Herschell Gordon Lewis è il padre dello splatter. Il suo Blood Feast è infatti considerato il primo film appartenente al filone, divenuto nei decenni a venire uno dei marchi distintivi del cinema horror. Autore e direttore di film a basso budget e che ciondolavano tra sexploitation e splatter, con Two Thousand Maniacs! riprende gli stilemi sanguinolenti e brutali che avevano caratterizzato il “banchetto di sangue”.

Due auto di giovani turisti vengono deviate grazie a cartelli falsi e dirottate verso la cittadina di Pleasant Valley, dove sono in corso i festeggiamenti del centenario. Fin da subito i duemila abitanti della cittadina, rappresentati dal sindaco e da due strambi e presunti organizzatori dei due giorni di festa, dimostrano grandissimo calore, insistendo in maniera fin troppo eccessiva affinché i giovani si fermino in qualità di ospiti d’onore. In un clima picaresco e bucolico, si ha presto la sensazione che qualcosa di losco sia in atto.

Le tre coppie di giovani vengono via via separate e portate in luoghi diversi per partecipare a uno dei giochi organizzati, dei quali saranno assoluti protagonisti nonché vittime. Tra risate e follia a profusione, quasi sempre priva di morbo, verranno uccisi in modi violenti e dolorosi. Due di loro, però, scoprirà una targa commemorativa che celebra un episodio avvenuto proprio cento anni prima, quando la cittadina venne attraversata dall’esercito nordista che uccise tutti gli abitanti. La conclusione sarà rocambolesca e movimentata.

Mai doppiato in italiano, il film è ispirato al musical Brigadoon, ovviamente riletto in chiave orrorifica, ed ha visto la luce in Italia un decennio fa grazie ad un’edizione dvd con sottotitoli in italiano. Caratterizzato da una trama tanto semplice quanto incisiva, fa del contrasto tra ingenuità popolana e folle ferocia il suo aspetto distintivo, la sua impronta stilistica. La violenza è graficamente ancora più d’impatto proprio per via dell’apparente naturalezza e mancanza di odio feroce che anima chi la perpetra. La recitazione e le continue ingenuità comportamentali sciupano in buona misura quello che rimane un prodotto che, nella sua mediocrità estetica – montaggio approssimativo, effetti gore dozzinali – ha in sé dei momenti di indubbio valore e che pur nella sua linearità e nelle sue linee di dialogo povere all’inverosimile regala un’ora e venti di divertimento.

Two thousand maniacs (1964)
Voto del redattore
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