Mappe mentali: come sfruttarle per progettare una storia

Mappe mentali: come sfruttarle per progettare una storia

Cosa sono le mappe mentali? In che modo possono diventare un utile strumento nella cassetta degli attrezzi di uno scrittore?

Ho molte idee, ma non riescono a ordinarle e a farle diventare un insieme coerente.

Vorrei scrivere, ma non ho idee e non saprei cosa raccontare.

Mi capita di avere idee interessanti, ma un attimo dopo le ho dimenticate e sono perse per sempre.

Frasi come queste sono all’ordine del giorno per chi ha a che fare con persone che vorrebbero scrivere narrativa e che, per un motivo o per un altro, faticano a mettere in atto le intenzioni che le animano.

In questo articolo, dopo aver definito le mappe mentali per capire innanzitutto cosa sono e a cosa servono, mi concentrerò sugli usi concreti e su quali problemi possono risolvere nel processo di ideazione di una storia.

Infine, farò una carrellata su quali programmi utilizzare per creare mappe mentali.

Mappe mentali: cosa sono?

Partiamo dalla definizione.

Una mappa mentale (mind map) è una forma di rappresentazione grafica del pensiero. Il fine consiste nell’implementare la memoria visiva e quindi la memorizzazione di concetti e di informazioni. Ha una struttura gerarchico-associativa. (fonte: Wikipedia)

Ideate negli anni Settanta da Tony Buzan, le mappe mentali permettono di rappresentare in forma grafica un sistema di associazioni tra elementi genitore e figlio e tra fratelli. Questi elementi danno vita a una rete semantica tra nodi, che acquisiscono significato proprio per via delle associazioni.

In virtù della loro flessibilità, è possibile adoperarle per molteplici scopi, dal brainstorming all’organizzazione e strutturazione di dati. Si presentano come una superficie vuota e virtualmente infinita, nella quale si possono aggiungere, collegare, rimuovere e spostare nodi in totale libertà. Si fondano sul concetto di un nodo principale al quale sono collegati nodi figli e, in molti casi, consentono di personalizzare forme, caratteri, disposizione e colori, in modo da adattarsi alle necessità e alle preferenze dell’utente.

Nel caso della scrittura creativa, l’utilizzo delle mappe mentali si rivela utile soprattutto per chi ha idee apparentemente scollegate tra di loro (per esempio, l’immagine di un luogo e un personaggio che compie un’azione, senza connessione) e a chi intende invece strutturarle in maniera visiva, con lo scopo di avere più chiaro il quadro di insieme e di approfondire o integrare.

Pur non rivestendo un ruolo necessario nella fase di progettazione di una storia, le mappe mentali possono diventare un elemento decisivo per far sì che una storia veda la luce e non rimanga invece nel territorio incerto e fumoso dei sogni a occhi aperti.

Vediamo come possono essere sfruttare nell’ambito della scrittura creativa.

Adottare le mappe mentali nella fase di progettazione di una storia

Ipotizza di avere in mente un personaggio con delle caratteristiche. Lo hai immaginato con un certo aspetto, con un elemento che lo caratterizza, oppure nell’atto di compiere un’azione precisa o di dire una frase di particolare rilievo. La tua immaginazione è stata colpita e stuzzicata dall’aspetto fisico del personaggio, da ciò che fa o dice, oppure da qualsiasi altro elemento.

Non sai, però, nient’altro: chi è di preciso, in che mondo si muova, quale sia il suo passato, quale il suo obiettivo, chi siano le persone alle quali tiene, in che epoca viva, ecc.

A questo punto, potresti sederti e iniziare a scrivere una storia partendo da una semplice immagine, per provare a vedere cosa ne salta fuori. C’è chi ama l’idea di scrivere senza avere ben chiaro dove andrà a parare e non ho nulla contro questo approccio, ma se ti è capitato di provarci e non sei riuscito a portare a termine il tuo progetto, può avere senso provare a seguire un altro approccio.

Poniti l’obiettivo di mettere a punto un dispositivo narrativo che ti convinca appieno prima di iniziare a scrivere il racconto o il romanzo. Potresti prendere appunti, scrivere una sinossi, oppure un frammento di storia: tutti metodi applicabili e che possono funzionare per diverse categorie di autori.

Se invece volessi provare a irrobustire l’immagine iniziale, l’unica di cui disponi al momento, le mappe mentali ti offrirebbero una opportunità notevole per rendere più concreta l’idea e per arricchirla in maniera organica e modulare. Inoltre, può capitare che, avendo davanti agli occhi le tue idee in forma scritta e con la libertà consentita dalle mappe mentali, si verifichino interessanti casi di nuove connessioni o di generazione di nuove idee più complesse e strutturate a partire da quelli iniziali.

Metodo di utilizzo delle mappe mentali per finalità narrative

Il personaggio, o qualsiasi altro elemento di cui tu disponga come embrione della storia, diventa il primo nodo della mappa mentale.

Un nodo non è altro che una rappresentazione grafica, solitamente un rettangolo, contenente del testo. Può essere qualsiasi cosa: il nome di un personaggio, un luogo, un tempo, un evento, o semplicemente un nodo generico (StoriaRacconto, ecc.).

Potresti decidere di voler partire dall’idea/immagine iniziale del personaggio. Non sai ancora come si chiami, né chi sia di preciso, dunque puoi iniziare con un segnaposto, un nodo con la scritta Personaggio X, per esempio. Da questo momento, al nodo iniziale potrai collegare ulteriori nodi.

Proseguendo con l’ipotesi dalla quale siamo partiti, il tuo personaggio potrebbe essere alle prese con una precisa azione, oppure con una caratteristica peculiare. Collega quindi un nodo in cui descrivi la caratteristica o l’elemento. Ne inserirò uno, a titolo di esempio.

Supponiamo che tu non abbia nient’altro a disposizione, ovvero che quanto hai finora inserito nella tua mappa mentale sia tutto ciò che hai immaginato.

La potenza delle mappe mentali risiede nel consentire al tuo cervello di elaborare materiale visivo, di rendere concreta una singola idea e di permetterti di lavorare sulle possibili connessioni.

Ora che hai di fronte a te il tuo nodo principale e il nodo figlio, puoi iniziare a riflettere e a porti domande come:

  1. Qual è la motivazione dell’azione del personaggio?
  2. Da che altezza si tuffa?
  3. Sta facendo un semplice bagno notturno o sta tentando il suicidio?
  4. Quanti anni ha?
  5. Dove si svolge la scena?
  6. Quali sono le condizioni atmosferiche?
  7. C’è qualcuno con lui?

Lo spettro di domande è potenzialmente infinito. A ciascuna di esse puoi provare a dare una risposta e inserirla nella tua mappa mentale, come nodo figlio di quello principale (Personaggio X) oppure come figlio del figlio (Si tuffa in mare in piena notte).

La mappa mentale è uno strumento che userai unicamente per la tua utilità, non dovrai mostrarla a nessuno, quindi potrai adattarla nella maniera ottimale rispetto al tuo sistema di mettere insieme le immagini e al tuo modo di elaborare le informazioni e di collocarle in maniera visiva.

Partendo da questo scheletro, è possibile arricchire il nodo del personaggio fino ad arrivare a qualsiasi granularità delle informazioni e, soprattutto, al tuo obiettivo: avere un quadro nitido e definito di cosa hai immaginato. Non è più un’idea vaga e sfumata. È diventato un elemento concreto che potrà essere sfruttato nella storia che intendi scrivere.

Al termine di questa fase, potrai finire per avere una mappa mentale simile a questa:

Esempio di mappa mentale

Processo di progettazione della storia

Arriverai al punto in cui avrai definito le caratteristiche del personaggio e qualche elemento della vicenda. Tale processo può richiedere più o meno tempo, ma la cosa che rende potenti le mappe mentali è che potrai tornarci anche a distanza di giorni, settimane o mesi e trovare la tua idea in nuce ancora lì ad attenderti. Non sarà perduta, come potrebbe invece accadere se non la appuntassi da qualche parte e ti limitassi a rigirartela nella testa.

Potresti non essere soddisfatto del risultato ottenuto, oppure ritenerlo ancora troppo debole per poter essere utilizzato in una storia complessa e strutturata. In quel caso, una interessante possibilità è quella di provare a concatenare elementi diversissimi tra loro, in apparenza legati a mondi e a storie diverse.

Per esempio, potresti avere un’idea legata a un luogo o a un altro personaggio che, in apparenza, non sono affatto connessi al Personaggio X della nostra mappa mentale. Un esperimento che puoi tentare è creare un nuovo nodo relativo a questa nuova idea, arricchirlo con la tecnica che hai appena imparato e poi interrogarti per provare a capire in che modo questi due elementi, in apparenza scollegati, possano coesistere nello stesso universo narrativo.

È un esercizio mentale stimolante: non è detto che conduca a un risultato, ma allenerà la tua abilità associativa e la tua elasticità. In qualche caso fortunato, i due elementi solitari e distinti potrebbe trovare un’inaspettata congiunzione e costituire il fulcro della tua nuova storia.

Ulteriori possibili utilizzi delle mappe mentali

Abbiamo visto come utilizzare le mappe mentali allo scopo di percorrere i primi passi nella progettazione di una nuova storia.

Tuttavia, esistono altri modi per sfruttarle. Alcuni esempi:

  • strutturare le storyline
  • costruire la rete di relazioni dei personaggi
  • creare schemi di capitoli/scene o di successioni di eventi
  • schematizzare l’intera storia

Analizzerò questi e altri utilizzi delle mappe mentali in ulteriori articoli.

Programmi per la realizzazione di mappe mentali

Sono disponibili molti programmi specializzati nella realizzazione di mappe mentali.

Prima di elencarli, voglio chiarire un punto: per una mappa mentale possono essere sufficienti un foglio grande e una penna. Tuttavia, per loro stessa natura, le mappe mentali offrono il meglio quando diventa possibile ripensarle, spostare e unire nodi che in origine ci apparivano distantissimi e per i quali invece trovi una connessione.

Per questo motivo, un software specializzato nelle mappe mentali può essere una valida scelta e un ottimo supporto nel processo.

Ne esistono alcuni interamente online, fruibili quindi dal browser senza necessità di installare alcun programma; altri, invece, sono scaricabili e vanno installati sul proprio computer.

Nel primo caso, la mappa mentale risiede su un server esterno. A dispetto della indiscutibile praticità, questo può rappresentare un limite per chi voglia operare in totale sicurezza e privacy.

Di seguito, una lista (parziale, la aggiornerò di tanto in tanto con nuovi software) di applicazioni utili, suddivise tra quelle fruibili online e quelle da installare.

Online

MindMeister: gratis fino a tre mappe mentali

MindMup: gratis, con qualche limite sulla dimensione delle mappe mentali e sull’esportazione

mindmaps: gratuito. Ideale per fare i primi esperimenti

Programmi desktop/app

MindNode: ha una versione gratis con delle limitazioni. La versione completa prevede un abbonamento. Disponibile solo per Mac/iOS

XMind: prevede un abbonamento. Disponibile per tutte le piattaforme

Mindomo: gratis fino a tre mappe mentali

 

Quello che uso, e del quale ho riportato le schermate, è MindNode.

La sincronizzazione immediata via cloud, le applicazioni per iPad e iPhone che replicano appieno le funzionalità della versione Mac, la pulizia dell’interfaccia e le shortcut da tastiera rendono l’utilizzo del programma un autentico piacere. Tuttavia, è disponibile esclusivamente nell’ecosistema Apple e non ha una versione browser.

Orientati su quello più adeguato alle tue esigenze: le alternative non mancano e per approcciarti alle mappe mentali può essere sufficiente un sito come mindmaps, gratuito e interamente online.

Conclusioni

Le mappe mentali possono diventare un importante strumento nella fase di progettazione e di definizione di una storia.

Quando ancora si hanno pochi elementi, idee e immagini scollegate, inserirle in una mappa mentale può garantire una serie di vantaggi:

  • tenere traccia di tutte le tue idee
  • ragionare sulle idee ed elaborarle in formato visivo
  • approfondire ed espandere le idee iniziali
  • trovare connessioni tra elementi in origine scollegati
  • strutturare una catena di eventi
  • definire le caratteristiche e la storia di un personaggio

Il tutto si basa su un meccanismo di aggiunta progressiva e di libertà di movimento, che si rivela essere vincente nella fase creativa, prima quindi di elaborare una struttura solida sulla quale poggiare e costruire la tua storia.

È uno strumento indispensabile? No, se ne può fare a meno. C’è chi ama tuffarsi immediatamente nella scrittura, chi invece si trova a proprio agio in una progettazione più classica, con uno schema su carta o una scaletta testuale.

Come sempre, ciascuno deve puntare a trovare il metodo più adatto a sé e alle proprie esigenze.

Per qualcuno, scoprire e utilizzare la potenza delle mappe mentali potrebbe essere il punto di svolta per passare dalla frase “Ho molte idee, ma non riesco a tirarne fuori una storia” a una storia ben ragionata e costruita. È proprio questo, spesso, a fare la differenza tra un progetto che va in porto e uno che invece è destinato ad arenarsi.

E tu che metodi utilizzi per progettare la tua storia? Hai tecniche o strumenti che ritieni particolarmente utili? Preferisci lasciare libero sfogo alla tua fantasia e scrivere senza avere del tutto chiaro ciò che andrai a raccontare? Oppure tendi a costruire un’architettura il più possibile solida prima di lanciarti nella stesura?